Non è un caso che il mio ristorante si chiami Cibrèo. Veniva cucinato dalla mia famiglia nelle grandi occasioni e se il cibrèo in fricassea o con i carciofi cucinato da mia madre avanzava, per cena veniva tritato e ‘quella santa donna’ ci guarniva lo sformato di spinaci e parmigiano. Memorabile”
Fabio Picchi ha scelto di chiamare il suo ristorante così, in omaggio alla propria mitologia familiare, ai sapori e alle ricette che hanno riempito di gioia e godimento la sua infanzia.
Una cucina, che come un testimone di affetto e cura, è passata da una generazione all’altra. Dal nonno alla giovane mamma di Fabio, e da quest’ultimo ai figli e ai suoi straordinari collaboratori: un patrimonio di conoscenze per ben cucinare verdure, pesce e carne senza fare sprechi, rispettando la vita che ci è stata donata ricordandoci la goia del nascere.
Potrete anche voi esserne testimoni, grazie al lavoro degli Chef e delle brigate del Cibrèo che ogni giorno afferrano e ricompongono con le proprie mani questa materia intangibile fatta di sapori, profumi e svenevoli acquoline in bocca.
